La dottrina del Purgatorio
di Domenico Iannone

 “Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male”. (2Corinzi 5:10)
Un fenomeno lento come la formazione della credenza non biblica nel Purgatorio appare ristagnare per secoli, giacere negli angoli insignificanti della storia, per poi improvvisamente emergere e recare testimonianza di un cambio nel modo di comprendere la realtà spirituale. La dottrina cattolica del Purgatorio è una concezione di tipo evoluzionista, nel contesto di un sistema teologico che individua in un cammino lento ma sicuro, l'esplicitarsi di credenze che si ritiene sarebbero esistite in germe sin dall'origine nel dogma cristiano......(Clicca il bottone leggi per tutto il testo)

 Virtù Cardinali ed i Mosaici di san Savino
di Domenico Iannone

A Dio che rivela è dovuta l’obbedienza della fede […], per la quale l’uomo si abbandona tutto a Dio liberamente (se totum libere Deo committit), prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà a Dio che rivela e acconsentendo volontariamente alla rivelazione fatta da Lui”. (Cost. Dogm. Dei Verbum 5; EV 1, 877).
“Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno, e quando vi scacceranno, vi insulteranno e metteranno al bando il vostro nome come malvagio, a motivo del Figlio dell'uomo”. (Vangelo di Luca 6:20-22)  (Clicca il bottone leggi per tutto il testo)
                                                             J. S. Bach “Soli Deo Gloria”
                                             di Domenico Iannone

“Frau Musika”, espressione tedesca traducibile con “signora musica”, è il titolo di un poemetto accluso da Lutero alla prefazione del suo Innario del 1542; traspare in questa espressione !'idea di una quotidiana consuetudine di vita con la musica. I tedeschi amavano molto la musica, si svegliavano al suono di un corale suonato e cantato dall’alto della torre cittadina, e molto difficilmente una città rinunciava ad ingaggiare almeno un organista.
Lutero adottò la lingua tedesca per il canto sacro, la lettura del testo biblico ed il sermone, ma mantenne parzialmente l’uso del latino, soprattutto per occasioni solenni e per le sezioni iniziali di invocazioni tradizionali quali il Kyrie, il Gloria, ed il Sanctus. Il riformatore si preoccupò di tradurre in tedesco anche numerosi inni latini, ma accanto a questi introdusse nella liturgia il “lied” profano, cioè la canzonetta popolare, a cui abbinò un testo religioso. 
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